Argento antico francese
Il Rococò è difficilmente circoscrivibile in cronologie esatte ma per convenzione lo si pone tra il secondo decennio e la metà del XVIII secolo. In Francia, almeno, perché il Rococò francese ebbe modo di nascere e trionfare nella moda, nell'ebanisteria e in varie arti applicate, come l'argenteria.
Nella prima parte del secolo non si estinsero le forme e i canoni stilistici del Barocco, ma semplicemente i due stili convissero fino alla totale prevalenza dell'uno sull'altro, anche se alcuni Paesi europei giudicheranno con sussiego e distacco e accetteranno malvolentieri le novità di quel linguaggio espressivo.
In Francia l'oreficeria e l'argenteria rivivono con buona fortuna negli inizi del secolo e proseguono con rinnovato splendore e momenti di vera gloria nel successivo periodo. Con la morte di Luigi XIV erano venute meno anche le sue paradossali manie e soprattutto scomparvero per lunghissimo periodo le guerre cessarono per sempre le terribili pestilenze che tante volte avevano fiaccato interi territori ed economie.
Il Paese riprendeva a pieno ritmo, il piacere di vivere e quindi l'arte, il lusso, l'investimento. Ormai la presenza di argenteria sulla tavola imbandita e nelle vetrine si diffondeva velocemente tra le classi agiate e il fatto che ne resti ancora buona parte, nonostante le fusioni le gravi perdite causate dai conflitti che si sono succeduti, dimostra come e quanto lavorato gli francesi di quel periodo.
Piatti, copri piatti, pepiere, vasi per spezie, salsiere, rinfrescatoi saliere, zuppiere, secchielli, scodelle centritavola, candelieri e minuterie formavano completi da tavola anche di centinaia di pezzi. Il repertorio figurativo Rococò era costituito da fauna, conchiglie, carciofi, giuncaglia marina e lacustre, figurazioni marine o legate all'ambiente marino, con sirene, ippocampi e crostacei elementi vegetali e floreali e tutto quanto era "grottesco" e legato alla rocaille, senza grandiosità, ma con tanta grazia e libertà. Verso la metà del secolo, però, si cominciò a criticare quella grazia troppo sottile, quella libertà troppo ardita, richiedendo un po' di sobrietà, di semplicità e di rigore, idonei anche alla destinazione e alla funzione degli oggetti.
Insomma, verso gli anni Sessanta del XVIII secolo vengono prodotti i primi esemplari in stile neo-classico in tutti i campi dell'arte figurativa e applicata: vi contribuiscono le grandi scoperte archeologiche che rilanciano la moda della classicità e i mezzi o i modi espressivi sono quelli, arcinoti, di ghirlande, festoni, mascheroni, divinità e soprattutto della volontà di purezza formale, di armonia delle linee e di razionalità nella disposizione delle parti contro i contorcimenti e le graziosità degli anni precedenti.
Il Rococò, sotto vari aspetti, è una storia breve ma felice, appartenente soprattutto all' argenteria francese: Antoin Sebastien Durand, Thomas Germain e specialmente Juste Aurèle Meissonnier che, originario piemontese, si recò in Francia, dove fu assiduo presso la corte di Luigi XV e il maestro di generazioni di maestri argentieri .
Argento antico italiano
In Italia, il Piemonte e la Liguria sono abbastanza vicini agli ideali rococò per contiguità geografica con la Francia e, infatti, famosi argentieri rococò sono originari di questi territori, per quanto si conosce, della grande stagione degli argenti settecenteschi, mentre Venezia con il barocchetto veneziano-veneto interpreta con l'eleganza e l'originalità di sempre il Rococò francese.
Non di grandissima fama sono gli argentieri emiliani e per quelli toscani si attendono studi più approfonditi e adeguati. Roma vede la fervida produzione di Luigi Valadier (ma altri nomi significativi, Belli, Gagliardi, Boroni, Spinazzi, hanno lasciato opere egregie) e Napoli inventa il celeberrimo Tesoro di San Gennaro, oltre alla statuaria di grande diffusione.
La Sicilia è attivissima nel Settecento e Palermo, verso la metà del secolo, conta almeno duecento argentieri.
Argento antico nel resto d'Europa
Il Rococò giunge anche in Germania: Augusta e Norimberga, da sempre importanti e famosi centri di lavorazione dell'argento, si esprimono secondo mode più vezzose e capricciose.
Ma dappertutto, ormai lo stile è simile, per cui l'identificazione di un prodotto potrà essere basata soltanto sul marchio di garanzia e di controllo della città. Durante il primo periodo georgiano per quanto possa sembrare strano, il Rococò convinse anche gli Inglesi, per cui sugli argenti fecero la loro timida apparizione conigliette e leggere volutine, su manufatti per altri aspetti molto austeri: intorno al 1730 lo stile rococò e i suoi linguaggi si esprimono anche in Inghilterra, specialmente nei servizi da tè, in cui è possibile incontrare anche le cineserie tanto in voga.
Il tardo periodo georgiano coincide, invece, con la caduta del gusto rococò: cambiano i tempi e le suggestioni della classicità invadono rapidamente tutta l'Europa e tanto più l'Inghilterra, che aveva un grande apostolo del classicismo in Robert Adam, che in quegli anni diffondeva schizzi, disegni e modelli improntati alla più severa cultura grecoromana.
Forse, però non furono estranee a questo repentino rifiuto dello stile rococò ragioni più squisitamente politiche di inimicizia con la Francia. In ogni caso, il neoclassico trionfa e s'impone con enfasi nella seconda metà del secolo: anche l'argenteria esprime euritmia, buon gusto e senso delle proporzioni, esemplificati nei tipici motivi delle colonne, delle baccellature e delle zampe leonine.