Nel 1742 Thomas Boulsover introduce una notevole innovazione nell'argenteria: nella sua bottega di coltellinaio, una delle tante nella cittadina di Sheffield, scopre che una lastra di rame frapposta tra due lamine d'argento sotto pressione e ad altissima temperatura si trasformava in un unico blocco, il cui aspetto esteriore era quello dell'argento massiccio e il metallo ottenuto era duttile e altrettanto lavorabile dell'argento.
Il risultato della rivoluzionaria placcatura furono prodotti con minor titolo d'argento, più economici e perciò più facilmente commerciabili, anche perché la tipologia degli oggetti di "argento Sheffield" era identica alla vasta serie di oggettistica e ai servizi da tavola in argento massiccio in voga.
Poiché, inoltre, la lavorazione industriale "a stampo" consentiva un'ulteriore diminuzione dei prezzi, i nuovi oggetti furono alla portata di un maggior numero di persone. L'argento Sheffield, insomma, non volle né falsificare né frodare: era semplicemente una nuova tecnica, certificata e garantita dal cognome dell'argentiere o della ditta produttrice.
Si lavorava specialmente a sbalzo e a cesello e le maggiori precauzioni riguardavano lo strato centrale di rame che, ovviamente, non doveva apparire in superficie.
La tecnica fu eseguita per un secolo e cessò, verso la metà del XIX secolo, rapidamente com'era nata: la placcatura con il bagno elettro-galvanico soppiantò il vecchio metodo dell'argentiere Boulsover, coltellinaio di Sheffield, piccola cittadina inglese che, con la sua lunga storia e i suoi numerosissimi lavoranti, esportò un'incredibile quantità d'argenteria fuori del Regno Unito, in Europa e fino negli Stati Uniti.