Lo stile neoclassico è uno dei più importanti nella storia del mobile degli ultimi trent'anni del secolo XVIII, un momento di ritorno alle antiche forme uno stile più composto, misurato, equilibrato e anche più raffinato, nella struttura forse più che nell'apparato decorativo.
L'arredamento neoclassico si trasforma ancora una volta ridiventando più serio. La gamba si raddrizza diventando cilindrica o a colonnina, e tutta la superficie del mobile perde la grazia sbarazzina del Rococò per tornare piatta, asciutta e severa.
Sovrabbondano i bronzi non solo con funzioni di protezione ma anche con intenti esclusiva mente estetici e decorativi; prevale il nero, elegante ma anche impegnativo e austero; e il glossario classico, romano, greco, o egizio, dopo le campagne napoleoniche, viene utilizzato a piene mani, quasi saccheggiato e riproposto in chiave più aggiornata e adatta ai tempi.
Il mobile torna ad essere severo: le gambe si raddrizzano le superfici perdono la frenesia del movimento, l'ornato si appesantisce per la presenza del bronzo, i decori sono affidati alle consuete teste d'ariete o di leone, a mascheroni, erme cariatidi e telamoni.
Si preferisce una figura davvero classica, tanto nella disposizione delle figure quanto nel tema illustrato; perline, anfore, fortune alate, tristi fanciulle dall'aria smarrita intente a vuotare brocche d'acqua, e poi modanature, festoni, ghirlande, colonne, semi-colonne e i capitelli di sempre.
Dal glossario della mitologia, dell'architettura e della scultura classica si attinge a volontà: addirittura si copia il klismos antico sedile greco. Gli artisti napoleonici, sullo scorcio del secolo, vi aggiungeranno tutte le suggestioni tratte dalla campagna d'Egitto: schiavi sfingi, decorazioni piramidali, ciò che gli antiquari chiamano stile "ritorno d'Egitto".
Frequentissimo è l'uso del nero e dell'oro, pesanti, imperiali. Così finisce il XVIII secolo, baroccheggiante agli inizi, frizzante ne anni centrali e severo nell'ultima parte.
Arredamento neoclassico in Francia
In Francia Neoclassicismo vuol dire Luigi XVI, lo sfortunato sovrano che, in quanto ad arredamento, per la verità, delegava tutto all'altrettanto sfortunata regina Maria Antonietta. L'arredamento neoclassico è scuro, in ebano o in legno e illuminato dalle dorature, da bronzi e dai marmi, impiegati spesso. L'esecuzione tecnica è tra le più raffinate: il bronzo è cesellato con la finezza degna di un orefice e gli eventuali intarsi sono leggeri, delicati, il più delle volte eseguiti a motivi geometrici.
Frequentissimi sono anche i medaglioni, simili al cameo. Il mobile Luigi XVI, d'ispirazione così aulica è veramente e nobilmente classico, ravvivato e vivacizzato dai bronzetti di maniglie, pomoli, bocchette, ghirlande angolari e balaustrino. La sedia ha gambe affusolate, spesso percorse da scanalature e lo schienale di foggia varia, quadrato, rettangolare, a scudo, ovale, a vaso, a lira, a covoni.
Si diffondono la console-dessert, la meridienne e varie tipologie di secrétaire. Gli artisti più celebri sono Oeben (che creò anche mobili in uno stile detto di "transizione" tra il Rococò e il Neoclassico), Riesener e Jacob, le cui poltrone riempirono le dimore di re, principi e duchi.
Arredamento neoclassico in Inghiliterra
In Inghilterra l'arredamento neoclassico è legato ai nomi di Chippendale, Adam Hepplewhite e Sheraton. Esemplificando si potrebbe definire Adam il teorico del Neoclassicismo in Inghilterra: studioso, viaggiatore, appassionato cultore dell'antichità classica, esercitò una profonda influenza anche Chippendale, che ebbe una personalità più eclettica.
Eliminati le cineserie, il revival gotico e il Rococò mai veramente compreso né tantomeno amato, Adam impresse una svolta decisiva alla produzione del mobile inglese. Sheraton ed Hepplewhite furono ottimi allievi e abilissimi disegnatori.
I motivi a scudo, a cuore, a lira e ovale, oltre alle infinite riprese di motivi classici, sono, a titolo di esempio, tipici della sedia inglese di quel periodo.
Arredamento neoclassico in Italia
In Italia il Neoclassicismo si avvale di personalità ormai considerate leggendarie come, in Lombardia, quella del Maggiolini, che lavorò per i grandi monarchi dell'epoca con un gusto dell'intarsio e un amore per l'antico rimasti ineguagliati. In Piemonte, i Ravelli, padre e figlio, ereditarono l'abilità e la gloria di Prinotto e di Piffetti, mentre il Bonzanigo fu più vicino alle suggestioni francesi.