Prima e dopo la sismologia (dopo il 1900) sono questi due periodi in cui si divide la storia della ricerca sul nucleo della Terra

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Tra le prime ipotesi c'è quella di Cartesio (1644), secondo il quale la Terra si formò da un astro simile al Sole e il suo nucleo contiene ancora questa materia primordiale.

Thomas Burnet (1684), invece, disse che la Terra è sempre stata solida. Egli immaginava una decantazione per gravità dei materiali che inizialmente erano mescolati tra loro. 

Liquido o solido? Alla fine del '700, Pierre-Simon Laplace teorizzò che la Terra fosse nata in uno stato fluido per condensazione di una nebulosa primitiva". E anche Louis Cordier, del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi, sosteneva che "la massa interna del globo è ancora dotata della fluidità originaria". William Hopkins, dell'Università di Cambridge (Uk), ipotizzò invece che il cuore della Terra, pur avendo temperature elevate, fosse solido per l'alta pressione a quale si trova. Onde ritardatarie. La svolta si ebbe con Richard Sixon.

Oldham, che nel 1906 fece osservare come le onde sismiche (sussultorie) subivano ritardi a profondità ben definite. La spiegazione fu che queste onde attraversavano un nucleo centrale composto da un tipo di materia che le rallentava e che fu identificato con il ferro. L'idea di un nucleo liquido esterno e uno solido più interno, oggi universalmente accettata, è invece de geofisico inglese Jack Jacobs (1953) e fu confermata dai dati del terremoto in Cile del 1960.

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