In origine il termine medagliere indicava il mobile appositamente costruito per contenere le collezioni numismatiche: era a cassetti foderati di velluto o di panno, in cui monete o medaglie venivano poste entro piccole incavature.
Col tempo il medagliere accentuò la sua funzione più che altro decorativa e le sue caratteristiche si confusero e confluirono nello stipo.
Lo stipo vero e proprio era un mobile generalmente non molto grande che, posto su un tavolo o una console serviva a riporre oggetti preziosi. Non mancano esemplari di una certa imponenza, che fanno corpo unico col tavolo di sostegno: prospetti architettonici si aprono sulla facciata del mobile e accolgono nel centro statuette di bronzo dorate; pannelli e tarsie di pietre dure impreziosiscono gli stipi: onice, lapislazzuli, malachite; gli intarsi sono in legno, avorio madreperla, tartaruga, argento; la serie dei cassettini intorno a motivi architettonici centrali è di una varietà infinita: talora sono segreti apribili mediante complicate manovre note solo al proprietario.
La Toscana del Cinquecento e del Seicento crea e impone lo stipo. La gran voga dello stipo all'italiana diventa europea, e la Francia chiama appositamente dall'Italia gli artigiani ai quali affida l'esecuzione di esemplari preziosi.