Lo stile Art Noveau conteneva in sé delle contraddizioni insanabili che ne minavano la continuità e la durata. Il mobile moderno doveva essere pratico, funzionale, dinamico e doveva seguire le tecniche più nuove anche nella decorazione alla quale, però, non si dava eccessivo peso.

D'altra parte un mobile di squisita fattura artigiana non poteva essere tanto economico come gli artisti dello stile Art Noveau dei mobili pretendevano, in sintonia con le idee socialiste dell'epoca.

Scarno, libero, essenziale: ma perché non anche decorativo? All'Esposizione di Parigi del 1900 si manifestò un primo momento di crisi dell'Art Nouveau, che rischiava di diventare una produzione in serie, vuota e asfittica. Il nuovo ciclo della Wiener Werkstàtte e lo stesso Hoffmann, per esempio, pretendevano un artigianato, una produzione d'arte più gioiosa e decorativa un'arte "Déco", come fu abbreviato il termine all'Exposition Internationale des Arts Décoratifs.

antiquariato art deco
Arredamento e stile Art Déco

Il mobile Déco, come l'intera produzione dell'Art Déco, è generalmente francese e guarda programmaticamente agli ebanisti del maturo Settecento, che vengono esaltati per la capacità di rendere pulito e raffinato il mobile. Soprattutto Jacques Emile Ruhlmann ma anche Louis Sue, Andre Mare e Jules Leleu non disdegnavano affatto un ripasso con occhi ed esperienze moderne della grande tradizione del loro Paese e lavoravano volentieri lungo il solco tracciato dai maestri settecenteschi.

Il prodotto finale era in linea con il mobile di chiaro stampo neoclassico, rivisitato e reinterpretato con intenti moderni. Ma vi erano anche Legrain, Codard e Groult, che intendevano il mobile in senso del tutto opposto e completamente moderno sia nella struttura sia nella decorazione: nella progettazione e costruzione di un mobile, per esempio, guardavano alla pittura contemporanea e alle nuove forme della geometria e del razionalismo.

Ambedue le tendenze, comunque, privilegiarono il bello e il decorativo.

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