I secoli XV e XVI segnano una profonda svolta, una vera e propria rivoluzione, incruenta ma duratura, dello spirito, della mente e della ragione: mutamenti politici, economici, religiosi, sociali e culturali s'inseguono senza fine, determinando capovolgimenti irreversibili nella storia dell'arte, del pensiero e della religione. Si pensi alla scoperta dell'America sul finire del Quattrocento, alla Riforma protestante, alle scoperte di Galileo, alla controriforma del Concilio di Trento. E si pensi, ancora, nello stesso periodo a Botticelli, Leonardo, Michelangelo, Raffaello, i sommi maestri nell'arte.

Sono i secoli della "rinascita" dell'uomo, della sua volontà, delle sue possibilità: l'uomo ritorna, dopo un millennio, a essere padrone di sé e del proprio destino dopo i troppi secoli bui e la vita torna a essere scandita secondo le esigenze dell'uomo piuttosto che secondo quelle di Dio: alle superbe cattedrali del passato si aggiungono ora gli eleganti palazzi del signore o del principe che, laicamente, arricchiscono le proprie dimore di affreschi, sculture, tavole, tele, architetture e mobili.

La ritrovata attenzione per le cose dell'uomo significa un gusto rinnovato per tutto ciò che è bello, anche nell'arredo degli interni. C'è maggiore benessere, per cui si chiamano abili artigiani che intagliano e quasi scolpiscono il mobile: non solo, ma qualcuno sceglie gli artisti più famosi per dipingere e decorare.

L'arredamento si affinò dopo la metà del Quattrocento: prima era ancora molto povero o, comunque, molto poco importante e altrettanto poco diffuso, costituito da un letto, un cassone-contenitore per la biancheria, qualche sedia e sgabello, un tavolo, formato da due cavalletti e un'asse facilmente smontabile, dal momento che non esisteva la sala da pranzo e gli spazi erano ridotti.

mobili stile alta epoca

L'armadio era sostituito dal cassone, che conteneva la scarsa biancheria. Insomma, ancora agli inizi del XV secolo, si parla poco di arredamento privato che aveva soprattutto una funzione pratica, di necessità quotidiana. L'idea del mobile con funzioni anche di arredamento, e quindi con valore intrinseco, inizia con il Rinascimento: è una conquista culturale di fondamentale importanza, un'acquisizione davvero moderna. In fondo, a ben riflettere, il trono faraonico egiziano e quello del pater familias latino erano soprattutto un simbolo: ora il mobile bello o brutto, esprime il gusto e la sensibilità, laici e profani, del proprietario e dell'epoca.

Per quanto caratterizzi specialmente il Quattrocento, il cassone viene utilizzato ancora nel secolo successivo, dipinto, scolpito o semplicemente modanato con specchiature vuote, o con il coperchio ricurvo come i bauli da viaggio. Dal tardo Cinquecento in poi subentrano l'armadio e altre categorie di mobili, in cui contenere un più ricco corredo. Ve ne sono ancora nel mercato antiquario, di dimensioni pressoché identiche, ma con varia decorazione e lavorazione. Sono frequenti i piedi a zampa leonina, le modanature alla base, i mostri marini, le cornucopie, le simbologie araldiche, i putti, le scene interamente figurate con tarsie prospettiche e a toppo concatenate, un repertorio di tecniche e di raffigurazioni ampiamente ispirate ai modelli correnti dell'architettura e della scultura e ai testi dell'antichità classica o della devozione familiare.

Credenza in stile Alta Epoca

La credenza è un altro mobile tipico del periodo dell'Alta Epoca, perfetta nelle caratteristiche strutturali, improntate a canoni di semplicità, eleganza e pulizia formale. Due ante modanate, sormontate da due cassetti corrispondenti e da un ripiano: in genere, il credenzino, che e poi soprattutto toscano, si presenta così, specialmente al suo apparire. Gli conferiscono importanza solo i piedi a zampa di leone e colonnine o lesene agli angoli. Il compito di esprimere la bellezza dell'insieme è affidato alla sobrietà del gusto, alle proporzioni delle parti e all'equilibrio formale, come nell'architettura dell'Albero come nei palazzi della Firenze del Quattrocento. Più tardi compariranno, più elaborate, credenze intagliate a fogliame, a racemi, ghirlande, festoni, putti, maschere leonine, frutta, con agli angoli cariatidi, telamoni o erme.

Si è già, però, nel Cinquecento, in cui fonte di ispirazione è la scultura e la credenza, come pure l'armadio o un qualsiasi mobile a due corpi, spesso si avvalgono dei modi tecnici e stilistici della plastica coeva. Le superfici sono, quindi, ricche, vive, spesso affollate di intagli. Il fastigio superiore, il cappello, nell'armadio e nel mobile a due corpi è aggettante e modanato, talvolta lavorato a dentelli.

Un altro mobile in stile Alta Epoca è lo stipo, portatile, di ingombro minimo e importanza massima, perché conteneva documenti ufficiali, epistolari diplomatici, segreti politici e militari, oggetti preziosi. Viaggiava con il proprietario e poteva trasformarsi in scrittoio: aveva, infatti, un piano ribaltabile e cassetti nascosti alla vista. Frequenti erano i lavori a intarsio o ad applicazione di avori e metalli, che lo rendevano estremamente pregiato.

Sedia stile Alta Epoca

La sedia quattrocentesca era molto semplice: essenzialmente uno sgabello, con l'aggiunta di uno schienale, talvolta sagomato; più importante e riservato alle cerimonie solenni era l'esemplare simile al faldistorio medioevale.

Molto nota e spessissimo riprodotta è la sedia tipicamente fiorentina, detta "savonarola", costituita da una serie di stecche incrociantesi a cerniera e terminanti con braccioli, da una seduta che s'incastra tra le stecche e da uno schienalino molto ridotto, generalmente sagomato, una soluzione a metà tra la sedia e la poltroncina. Una variante è la "dantesca", con sostegni che s'incrociano a "X".

Più avanti nel corso del secolo si diffonde una sorta di poltroncina, detta "di Andrea del Sarto" che continua la tipologia del sedile quattrocentesco, ma con la seduta a pozzetto, ampia e semicircolare, e lo schienale costituito da una fuga di colonnine, una specie di piccola balaustra che regge la spalliera vera e propria. Il Cinquecento vede tornare in auge il seggiolone, forte e solenne con gambe che corrono per l'intera altezza e accolgono la seduta decorate sulla parte terminale alta con "fiamme" e con la traversa I braccioli la cui caduta è verso l'interno del sedile), completano il seggiolone e terminano con una impugnatura articolata molto bella.

Tavolo stile Alta Epoca

Alcune sedie erano costruite come il seggiolone, con l'unica variante dell'assenza dei braccioli. Nel Cinquecento si normalizza anche la tipologia del tavolo. Diventano usuali tavoli che avevano fatto la loro apparizione già nel secolo precedente, il più delle volte improntati a pratica funzionalità come il desco provvisto di cassetti sotto il piano, oppure a base ottagona di chiara linea rinascimentale nelle specchiature riquadrate da lesene e cornici modanate.

La funzione dei tavoli varia da studio o per i pasti veloci è assorbita dal grande tavolo rettangolare da apparato e di rappresentanza. La decorazione e il lavoro d'intaglio sono sobri, ma evidenti: i piedi con la terminazione nell'immancabile zampa leonina, la dentellatura ai bordi del grande piano, la forma dei supporti ad asso di coppe o a volute saranno le caratteristiche più frequenti del tavolo cinquecentesco, che si può ammirare, per esempio, nel noto esemplare del museo del Castello Sforzesco a Milano.

Il letto quattrocentesco, come rappresentato nei dipinti e nelle stampe dell'epoca e come è conservato a Castel del Poggio a Firenze, ha base, spalliera e testata in legno lavorato secondo i canoni stilisti ci rinascimentali: una fuga di formelle entro modanatura corre lungo i lati a vista, evidenziandone la derivazione architettonica.

Alla base una pedana in legno, abbastanza larga per permettere alle ancelle di riposarvi, lo isolava dal pavimento. Il secolo successivo, invece, esibisce un letto più vistoso dei precedenti; come l'esemplare di palazzo Davanzati a Firenze, il letto tipico del XVI secolo ha spesso colonnine tortili agli angoli, testiera interamente decorata, traverse abbellite da ornamentazione varia e qualche volta dorature.

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